Pescatori d'Islanda/Parte V/Capitolo XIV

Capitolo XIV

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Pierre Loti - Pescatori d'Islanda (1886)
Traduzione dal francese di Carlo De Flaviis (1911)
Capitolo XIV
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Capitolo Quattordicesimo.


Ordinariamente si hanno sempre delie indicazioni sui naufragi dell’Islanda; o quelli che ritornano hanno visto da lontano il dramma; oppure hanno trovato un avanzo di un cadavere: si ha sempre infine qualche indizio per sapere. Non avevano visto però niente della «Leopoldina» non se ne sapeva niente. Quelli della «Maria-Giovanna» gli ultimi, l’avevano vista il 2 agosto andare a pescare più lontano verso il nord e dopo, tutto era mistero impenetrabile.

Aspettare, sempre aspettare, senza mai sapere niente! Quando verrebbe il momento in cui veramente ella non [p. 156 modifica]aspetterebbe più? Non lo sapeva ella stessa ed ora aveva quasi fretta che venisse al più presto.

Oh! se egli era morto almeno avessero la pietà di dirglielo!....

Oh! vederlo tal quale era in quello stesso momento; lui o ciò che restava di lui!.... Se la Vergine, tanto pregata, o qualche altra potenza superiore, volesse farle la grazia di mostrarle il suo Yann — egli vivente, manovrando per rientrare — oppure il suo corpo straziato dal mare!....

Sapere dunque, sapere!...

Qualche volta le sembrava vedere una vela sorgente dall’estremità dell’orizzonte: la Leopoldina che approdava, che si affrettava per arrivare. Allora faceva un primo movimento irriflessivo per levarsi, per correre a guardare il largo, vedere se era vero. Ma ricadeva seduta!... Ahimè! dove era in quel momento la «Leopoldina» dove poteva essere? Là basso senza dubbio, là basso in quello spaventevole, lontano mare d’Islanda, abbandonata, sfracellata, perduta.... e la vedeva sempre cosi, sempre nel mare silenziosa, cullata lentamente, con un’estrema dolcezza, in mezzo alla grande calma delle acque morte.