Pensieri e discorsi/La ginestra/V
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V.
Non c’è che la morte.
Ed anche la morte non è più la bellissima fanciulla alata che ti apparve in quella scossa d’amore. La donna che sognò Socrate, era ammantata di bianco. Ora tu la dici velata di neri panni, cinta di ombra trista. Ella ti conduce a Ftia zollosa, al porto; ma il porto tu lo dici più spaventoso d’ogni tempesta.
E poi se chi muore può dirsi libero del peso della vita e si ha da considerare avventurato, che ne è di chi resta? di chi rimane senza sè stesso, e si vede portar via
la diletta persona
Con chi passato avrà molti anni insieme,
E dice a quella addio senz’altro speme
Di riscontrarla ancora
Per la mondana via?
al gener nostro il fato
Non donò che il morire.
Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l’infinita vanità del tutto.