Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/970

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[p. 305 modifica] molto piú quanto al perfetto gustare, che risulta dal senso intero e preciso e completo di qualità tanto piú numerose e tanto piú menome e sfuggevoli e tanto piú proprie ed intime e arcane e riposte e peculiari di quella tal lingua. Una lingua che, come confessa un francese (Thomas, il cui luogo ho riportato altrove), [p. 306 modifica]se refuse peut-être (à la grace), parce qu’elle ne peut nous donner ni cette sensibilité tendre et pure qui la fait naître, ni cet instrument facile et souple qui la peut rendre; una tal lingua, dico, che è la francese, come potrà essere perfetto istrumento per concepire e sentire, come conviene, le grazie ec. delle altre lingue? trattandosi poi, come ho dimostrato, che a questo effetto gli uomini non hanno altro istrumento che la loro propria lingua, come potranno il piú de’ francesi, ancorché dotti e dilicati, sentire profondamente e perfettamente e formarsi idea netta di queste tali grazie e vestirsi insomma intieramente, com’è necessario, delle altre lingue e del genio loro?

Il fatto conferma queste mie obbiezioni. Ciascun popolo ama di preferenza e gusta e sente la propria letteratura meglio di ogni altra. Questo è naturale. Ma ciò accade sommamente ne’ francesi, i quali generalmente non conoscono in verità altra letteratura che la loro (dico letteratura e non scienze, filosofia ec).