Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/960

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[p. 298 modifica] egli è divenuto indifferente o poco sensibile verso quell’oggetto ch’é il solo capace d’interessarlo e di muoverlo moralmente o fisicamente verso tutti gli altri oggetti in qualunque modo, dico se stesso.

Altra cagione dello snervamento prodotto nell’uomo dall’infelicità è la diffidenza di se stesso o delle cose, affezione mortifera, com’è vivifica e principalissima nel mondo e nei viventi la confidenza, e massime in se stesso; e questa è una qualità primitiva e naturale nell’uomo e nel vivente, innanzi all’esperienza ec. ec. Cosí pure l’uomo che ha perduto, o per viltà e vizio, o per forza delle avversità e delle contraddizioni e avvilimenti e disprezzi sofferti, la stima di se stesso, non è piú buono a niente di grande né di magnanimo. E dicendo la stima, distinguo questa qualità dalla confidenza, ch’è cosa ben diversa considerandola bene (19 aprile 1821).


*    Le sopraddette considerazioni possono portare ad una gran generalità e semplicizzare l’idea che abbiamo del sistema delle cose umane, o la teoria dell’uomo, [p. 299 modifica]facendo conoscere come sotto tutti i riguardi ed in tutte le circostanze possibili della vita agisca quell’unico principio ch’è l’amor proprio e come tutti gli effetti della vita umana sieno proporzionati alla maggiore o minor forza, maggiore o minor debolezza e diversa direzione di quel solo movente, per quanto i detti effetti si presentino, a prima vista, come derivati da diverse cagioni (19 aprile 1819).