<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/91&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712194800</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/91&oldid=-20130712194800
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 91 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 200modifica] potuto conseguire. Infatti nella infinita varietà dei casi è molto piú improbabile che segua precisamente quello a cui tu miri invariabilmente, che gl’infiniti altri possibili. Ora, accadendone piuttosto un altro non è effetto di destino fisso che ti perseguiti, ma di cieco accidente. Essi tuttavia, com’è naturale, come per un’illusione ottica o meccanica confondevano, e gli animi forti ed ardenti tuttora confondono, l’immobilità loro propria con quella degli avvenimenti; e perché non erano spiriti da secondarli e adattarvisi, immaginavano che l’immobilità stesse non in se, ma nei medesimi avvenimenti già stabiliti [p. 201modifica]dal destino. Laddove gli spiriti mediocri, senza fermezza né certezza di mire, nella moltiplicità dei loro fini, e si abbattono piú facilmente a uno o piú di quelli che desiderano, e anche nel caso opposto cedono senza difficoltà all’andamento delle cose, e da questo si lasciano trasportare, piegare, regolare, andando a seconda degli avvenimenti. Cosí essi non avendo immobilità in loro, né vedendo la somma difficoltà di concordare i loro disegni cogli avvenimenti hanno l’intelletto piú libero, e non pensano che la fortuna opponga loro un’opposizione forte e stabile, (la qual forza e stabilità non è veramente se non nella resistenza che le anime grandi oppongono agl’instabilissimi e casuali avvenimenti) ma considerano tutto come effetto del caso, e delle combinazioni, siccom’è infatti. Aggiungi l’invariabilità non solo dei fini, ma anche dei mezzi nei primi, cioè ne’ magnanimi, che non permette loro di cambiar principii, né di regolare le loro azioni a norma degli avvenimenti, ma li conserva sempre costanti nel loro proposito e nel modo di seguitarlo, mentre il contrario accade nei secondi. E anche senza nessun proposito né scopo, si vedrà che la sola fermezza e immutabilità del carattere, fa illusione sulla forza del destino ch’essendo