Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/854

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[p. 222 modifica], dich’io, per lo meno dentro i limiti di quella tal famiglia di nazioni, è sempre, per se medesimo e astraendo dalle circostanze particolari, adattato piú o meno alla universalità. Non cosí quello degli scrittori, i quali bene spesso allontanandosi a poco a poco dall’andamento popolare della loro lingua si allontanano altresí dal carattere universale. E cosí la lingua scritta di questa o quella nazione, prendendo a poco a poco un andamento proprio e qualità proprie e speciali, per questa proprietà e specialità si viene allontanando piú o meno dalla linea universalmente riconosciuta, ed allontana dalla universalità la loro lingua che vi era naturalmente adattata. Giacché, siccome la lingua della nazione influisce su quella dello scrittore, cosí anche la scritta sulla parlata. [p. 223 modifica]Talmente che anche la lingua popolare di una nazione, sebbene senza fallo adattata da principio alla universalità, può e viene effettivamente perdendo piú o meno o scemando la sua disposizione a questa qualità.