Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/853

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[p. 222 modifica] tanto piú si conforma al carattere della favella usuale e popolare; e che siccome queste qualità di una lingua la rendono piú o meno atta alla universalità, cosí anche alla detta conformità fra il parlato e lo scritto, conformità dalla quale di nuovo nasce una grande attitudine alla universalità. Perché la favella del popolo, sebbene immaginosa ordinariamente e in qualunque nazione, è però sempre semplice, piana, facile, o inclina sempre a queste qualità, ed alla naturalezza dell’ordine, e si allontana dal lavorato, dall’arbitrario, da tutto quello che deriva puramente dall’individuo o da una data classe d’individui e non dalla natura e delle cose e del popolo: natura che sebben diversa dalla ragione e molto piú varia e copiosa e rigogliosa della ragione, tuttavia presso a poco si rassomiglia da per tutto e in tutti i popoli. Onde il linguaggio comune di qualunque popolo, massime relativamente a quelle nazioni che appartengono ad una stessa classe, come le nazioni cólte di Europa e formano quasi una famiglia, un tal linguaggio