<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/834&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712194453</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/834&oldid=-20130712194453
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 834 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 211modifica] e felicità, senza stenti né sbagli, ed essa intanto, per conseguire la propria, stentare, tentare mille strade, sbagliare mille volte, e tornare indietro, e finalmente dovere aspettare lunghissimo ordine di secoli per conseguire in parte il detto fine. [p. 212modifica]Osserviamo quanti studi, quante invenzioni, quante ricerche, quanti viaggi per terra e per mare a remotissime parti, e combattendo infiniti ostacoli, sí della fortuna, sí (ch’é piú notabile) e massimamente della natura, per ridurci, quanto al corpo, nello stato presente, e procurarci di quelle stesse cose che ora si stimano essenziali alla nostra vita. Osserviamo quante di queste, ancorché già ritrovate, abbiano bisogno ancora dei medesimi travagli infiniti per esserci procacciate. Osserviamo quanto ancora ci manchi, quanto sia di scoperta recentissima o assolutamente o in comparazione dell’antichità della specie umana, quanto ogni giorno si ritrovi, e quanto si accrescono le cognizioni pretese utili alla vita, anche delle piú essenziali (come in chirurgia, medicina ec.), quante cose si ritroveranno e verranno poi in uso, che a noi avranno mancato e che i nostri