Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/820

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[p. 204 modifica] mai stato barbaro per nessuna lingua. Al piú si potrebbe dire se quella lingua di quel tal secolo fosse piú o meno bella, ricca, buona, ec., confrontando fra loro i secoli di una stessa lingua, come si confrontano le diverse lingue fra loro, delle quali se questa o quella si giudica men pregevole, non perciò si giudica barbara. Anzi si chiamerebbe barbara, se contro l’indole sua volesse adottare e accomodarsi all’andamento di una lingua migliore piú bella ec., come se la lingua inglese volesse adottare le forme della greca ec. Insomma, barbarie in qualunque lingua non è né la mancanza di qualsivoglia pregio, né quello che contraddice all’uso corrente, ma quello solo che contraddice all’indole sua primitiva, per conservar la quale ella deve conservarsi anche meno pregevole, se tale è la sua natura, perché i pregi essendo relativi, sarebbe vizio e bruttezza in lei quello ch’è virtú e bellezza in un’altra, se si oppone alla sua natura, in cui consiste la perfezion vera,