<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/778&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712194224</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/778&oldid=-20130712194224
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 778 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 180modifica] fossero e in proporzione che la nostra indolenza e infingardaggine presente è opposta alla energia ed attività passata. Cosí la lingua italiana perde il vantaggio dello spazio che avea guadagnato per valore de’ suoi antichi e primi padri sopra le altre lingue, e queste, correndo piú velocemente che mai, fra tanto che la nostra siede e dorme, riguadagneranno tutto lo spazio perduto per la inerzia de’ loro antichi, arriveranno ben presto la nostra e la passeranno. E la nostra non solo non sarà piú né superiore né uguale alle altre cólte moderne, ma tanto inferiore, che, divenuta impotente, e buona solo a parlare o scrivere ai bisavoli, o non saprà esprimer niente del bisognevole né parlare e scrivere in nessun modo ai contemporanei; o lo farà (come già lo fa per quel poco che parla e scrive delle cose e cognizioni moderne, o per quello che ne dice non del suo, ma copiando o seguendo gli stranieri) invocando l’altrui soccorso, [p. 181modifica]servendosi degl’istrumenti e mezzi altrui, e quasi trasformandosi