Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/760

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[p. 170 modifica] lasciata trasandare, abbandonare, dismettere, dimenticare alla lingua latina, che era per forza d’essa facoltà cosí bene istradata alla onnipotenza ne’ suoi principii. Ma la facoltà di arricchire la propria lingua col prodotto delle sue proprie radici in ogni altro genere, coi derivati ec., non fu mai abbandonata finch’ella visse, e non poteva esserlo, stante ch’ella vivesse. Non solamente i cattivi o mediocri, ma anche i buoni ed ottimi scrittori dopo Cicerone se ne prevalsero tutti e tutti scrivendo aumentarono il tesoro della lingua; e questa non lasciò mai di far buoni e dovuti progressi, finché fu adoperata da buoni e degni scrittori. [p. 171 modifica]Cosí deve tenersi per fermissimo, ch’è indispensabile di fare a tutte le lingue finch’elle vivono. La facoltà de’ composti purtroppo non è propria delle nostre lingue. Colpa non già di esse lingue, ma principalmente dell’uso che non li sopporta, non riconosce nelle nostre lingue meridionali