Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/705

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[p. 141 modifica] degli altri sopraddetti, si lodano bene spesso come scrittori senza presunzione. Quasi che da un lato fosse presunzione lo scriver bene (e quindi anche l’operar bene e tutto quello che si vuol fare convenientemente fosse presunzione), dall’altro lato scrivesse bene chi ne dimostra presunzione. Quando anzi il dimostrarla, non solamente in ordine alla buona lingua ma a qualunque altra dote della scrittura, è il massimo vizio nel quale scrivendo si possa incorrere. Perché insomma [p. 142 modifica]è la stessa cosa che l’affettazione; e l’affettazione è la peste d’ogni bellezza e d’ogni bontà, perciò appunto che la prima e piú necessaria dote sí dello scrivere, come di tutti gli atti della vita umana, è la naturalezza (28 febraio 1821).


*    Alla p. 694. Perché la lingua non era ancora formata né stabilita, né il suo corpo ordinato e neppure la sua grammatica. Essi la formavano, ma per forza del tempo e