Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/63
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sapeva che sarebbero stati piú valorosi gli altri che combattevano per l’onor loro e di lui e la vendetta della patria, ed avea somma ragione. E infatti la propria falange Macedone venuta alle mani essa coi trentamila mercenari, combatterono ma furon vinti. E però da questa sola diversità delle due ordinanze, da cui si poteva arguire l’infinita differenza fra gli animi de’ due eserciti, era da congetturare quello che avvenne.
* Della distinzione del ridicolo in quello che consiste in cose e quello che in parole, data da me in altro pensiero vedi il Costa, Della elocuzione, p.70. e segg.
* Una similitudine nuova può esser quella dell’agricoltore, che nel mentre che miete ed ha i fasci sparsi pel campo vede oscurarsi il tempo ed una grandine terribile rapirgli irreparabilmente il grano di sotto la falce; ed egli quivi tutto accinto a raccoglierlo, se lo vede come strappar di mano senza poter contrastare.
* La commedia allora principalmente è utile, quando fa conoscere il mondo, i suoi pericoli, vizi, vanità, seduzioni, tradimenti, illusioni, ec. ai giovani, alle giovanette ec.; giacché ai vecchi che già lo conoscono non serve gran cosa, e quanto alle massime di morale e gli esempi dei tristi puniti, delle virtú, dei buoni premiati ec. sono miserabili cose e della cui utilità, se non alquanto nel basso volgo, non si può disputare in buona fede; ché certo nessun giovane o persona qualunque di un certo mondo e in somma civile, è tornata dalla commedia piú virtuosa per le prediche o gli esempi morali che ci ha sentite e vedute, bensí è facile che sia, almeno in parte, disingannata dallo svelamento di tante trame che si tendono alla povera gioventú, e dalla semplice imitazione e rappresentazione di quello che succede nel mondo e che la gioventú ignora e crede molto diverso; come appunto servono le storie piú che tanti altri libri, colla differenza che la commedia mostra la cosa piú al vivo e al naturale e la mette sotto gli occhi in luogo di
narrarla, ond’è piú persuasiva. Diciamo in proporzione lo stesso degli altri generi di dramma.
* Che bel tempo era quello nel quale ogni cosa era viva secondo l’immaginazione umana e viva umanamente, cioè abitata o formata di esseri