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(63-64) pensieri 175

narrarla, ond’è piú persuasiva. Diciamo in proporzione lo stesso degli altri generi di dramma.


*   Che bel tempo era quello nel quale ogni cosa era viva secondo l’immaginazione umana e viva umanamente, cioè abitata o formata di esseri  (64) uguali a noi! quando nei boschi desertissimi si giudicava per certo che abitassero le belle Amadriadi e i fauni e i silvani e Pane ec., ed entrandoci e vedendoci tutto solitudine pur credevi tutto abitato! e cosí de’ fonti abitati dalle Naiadi ec. E stringendoti un albero al seno te lo sentivi quasi palpitare fra le mani, credendolo un uomo o donna, come Ciparisso ecc.! E cosí de’ fiori ec., come appunto i fanciulli.


*   Quello che ho detto, p. 32 di questi pensieri della tartaruga si potrà forse dire anche del Pigro, della cui vita bisogna vedere presso i naturalisti se sia lunga.


*   Molti sono che dalla lettura de’ romanzi, libri sentimentali ec., o acquistano una falsa sensibilità non avendone, o corrompono quella vera che avevano. Io sempre nemico mortalissimo dell’affettazione, massimamente in tutto quello che spetta agli affetti dell’animo e del cuore, mi sono ben guardato dal contrarre questa sorta d’infermità, e ho sempre cercato di lasciar la natura al tutto libera e spontanea operatrice ec. A ogni modo mi sono avveduto che la lettura de’ libri non ha veramente prodotto in me né affetti o sentimenti che non avessi, né anche verun effetto di questi, che senza esse letture non avesse dovuto nascer da se, ma pure gli ha accelerati e fatti sviluppare piú presto: insomma, sapendo io dove quel tale affetto, moto, sentimento ch’io provava, doveva andare a finire, quantunque lasciassi intieramente fare alla natura, nondimeno, trovando la strada come