Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/528

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[p. 44 modifica] 15. E vedi se ha nulla in questo proposito il Menagio (19 gennaio 1821).


*    Come i piaceri, cosí anche i dolori sono molto piú grandi nello stato primitivo e nella fanciullezza che nella nostra età e condizione. E ciò per le stesse ragioni per le quali è maggiore il diletto. Primieramente (massime ne’ fanciulli) manca l’assuefazione al bene e al male. Il bene dunque e il male dev’esser molto piú sensibile ed energico relativamente all’animo loro che al nostro. Poi (e questo è il punto principale e comune a tutti gli uomini naturali) il dolore, la disgrazia ec., nel fanciullo e nel primitivo sopravviene all’opinione della felicità possibile o anche presente; contrasta vivissimamente coll’aspetto del bene creduto e reale e grande, del bene o già provato o sperato con ferma speranza o veduto attualmente negli altri; è l’opposto e la privazione di quella felicità che si crede vera, importante, possibilissima, anzi destinata all’uomo, posseduta dagli altri