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[p. 4 modifica] fare si ottiene quello che non si può ottenere volendo fare. La noncuranza dell’esito e la sicurezza di riuscire è il piú sicuro mezzo di ottenerlo, come la troppa cura e il troppo timore di non riuscire è cagione del contrario. Né si può nelle cose umane acquistar facilmente questa sicurezza e schivar questo timore, senza una certa noncuranza o senza esser preparato in alterutram partem. E perciò i disperati, o quelli che hanno tutto perduto e niente da perdere né da conservare, riescono meglio degli altri nella vita. Né c’è un disperato cosí povero e impotente che non sia buono a qualche cosa nel mondo, da che è disperato. E questo è il motivo per cui naturalmente, e non a caso, audaces fortuna iuvat (28 dicembre 1820). [p. 5 modifica]


*   Chiunque conosce intimamente il Tasso, se non riporrà lo scrittore o il poeta fra i sommi, porrà certo l’uomo fra i primi e forse nel primo luogo del suo tempo.


*    Quanto a, preposizione italiana, usata anche in latino da Tacito, come ho detto in altro pensiero, deriva intieramente dal greco: ὅσον πρὸς, ὅσον μὲν πρὸς ec. si dice nello stesso significato e negli stessi casi.