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*    Alla pag. 460. Se non altro, non si poté piú né lodare né insinuare e inculcare la libertà ai contemporanei espressamente e la libertà non fu piú un nome pronunziabile con lode, riguardo al presente o al moderno: quando anche non tutti si macchiassero della vile adulazione di Velleio, e Livio fosse considerato come pompeiano nella sua storia e sieno celeberrimi i sensi generosi di Tacito ec. Ma neppur egli troverete che, sebbene condanna la tirannia, lodi mai la libertà in persona propria. Dei poeti, come Virgilio, Orazio, Ovidio non discorro. Adulatori per lo piú de’ tiranni presenti, sebben lodatori degli antichi repubblicani. Il piú libero è Lucano (28 dicembre 1820).


*    L’egoismo comune cagiona e necessita l’egoismo di ciascuno. Perché quando nessuno fa per te, tu non puoi vivere se non t’adopri tutto per te solo. E quando gli altri ti tolgono quanto possono e per li loro vantaggi non badano al danno tuo, se vuoi vivere conviene che tu combatta per te e contrasti agli altri tutto quello che puoi. Perché di qualunque cosa tu voglia cedere, non devi aspettare né gratitudine né compenso, essendo abolito il commercio de’ sacrifizi e liberalità e benefizi scambievoli: anzi se tu cedi un passo gli altri ti cacciano indietro venti passi, adoperandosi ciascuno per se con tutte le sue [p. 6 modifica]forze; onde bisogna che ciascuno