Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4479
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* «Scherzava sul poetar suo in questa forma: diceva ch’egli seguia Cristofaro Colombo, suo cittadino; ch’egli volea trovar nuovo mondo, o affogare». Chiabrera, Vita sua. Questo motto pare oggi una smargiassata, e ci fa ridere. Che grande ardire, che gran novità nel poetar del Chiabrera. Un poco d’imitazione di Pindaro, in luogo dell’imitazione del Petrarca, seguita allora da tutti i cosí detti lirici. E pur tant’è: a que’ tempi questa novità pareva somma, arditissima, facea grand’effetto. Oggi par poco, e basta appena a far impressione poetica tutta la novità e l’ardire che è nel Fausto o nel Manfredo. - Può servire a un Discorso sul romanticismo (1 aprile 1829).
* L’imaginazione ha un tal potere sull’uomo (dice Willemain, Cours de littérature française, Paris, 1828, nell’Antologia, N. 97, p. 125, in proposito del generale entusiasmo destato dai canti ossianici al lor comparire, ed anco al presente), i suoi piaceri gli sono cosí necessari, che, anche in mezzo allo scetticismo di una società invecchiata, egli è pronto ad abbandonarvisi ogni volta che gli sono offerti con qualche aria di novità. - Verissimo. Il successo delle poesie di Lord Byron, del Werther, del Genio del Cristianesimo, di Paolo e Virginia, Ossian ec., ne sono altri esempii. E quindi si vede che quello che si suol dire, che la poesia non è fatta per questo secolo, è vero piuttosto in quanto agli autori che ai lettori (1 aprile 1829).
* Alla p. 4470. Pur quelle διαλέξεις, cosí imposture come sono, le quali, quantunque non antichissime, pur sono certamente antiche (l’Orelli, al quale però io non consento, nelle note, p. 633, le crede anteriori a Pirrone e agli Scettici; e nella prefazione del volume, scritta dopo le note, p. X, le stima poco posteriori al filosofo Crisippo,