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(4479-4480) | pensieri | 413 |
vità. - Verissimo. Il successo delle poesie di Lord Byron, del Werther, del Genio del Cristianesimo, di Paolo e Virginia, Ossian ec., ne sono altri esempii. E quindi si vede che quello che si suol dire, che la poesia non è fatta per questo secolo, è vero piuttosto in quanto agli autori che ai lettori (1 aprile 1829).
* Alla p. 4470. Pur quelle διαλέξεις, cosí imposture come sono, le quali, quantunque non antichissime, pur sono certamente antiche (l’Orelli, al quale però io non consento, nelle note, p. 633, le crede anteriori a Pirrone e agli Scettici; e nella prefazione del volume, scritta dopo le note, p. X, le stima poco posteriori al filosofo Crisippo, (4480) anzi, p. XI, sospetta che sieno piú antiche di Crisippo e dello stesso Platone, benché le riconosca indubitatamente per imposture nelle note e per opera di un sofista nella prefazione: e il Visconti, Museo Pio-Clementino, t. III, p. 97, edizione milanese, nelle note all’imagine di Sesto Cheronese, filosofo del tempo degli Antonini, le fa pluribus seculis antiquiores (Orelli), di esso Sesto), possono ben servire a darci un’idea dell’antichissima prosa greca, a noi necessariamente sí poco nota; poiché quell’impostore, per mentir l’antichità, giudicò servirsi di un linguaggio di quella forma. Nei frammenti, sí morali e politici, e sí matematici e fisici, che portano il nome di Archita pitagorico (i quali io non so se sieno di Archita (Orelli, prefazione, pag. xi), né di quale Archita (ib., p. 672); ma in parecchi di loro credo veder caratteri e segni certi di molta antichità), l’arte dello esprimere i pensieri in prosa si vede non piú bambina; non però adulta; ma quasi ancora fanciulla: un aggirarsi, un confondersi spesso, uno stentare (un sudare in) a darsi ad intendere, a disporre e congiungere insieme gl’incisi e i periodi (2 aprile 1829).
* Stentato, stentatamente ec.