Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4417

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[p. 351 modifica] de même, pour la foule, des auteurs à la portée desquels son intelligence peut s’èlever. Il y a cent cinquante ans qu’un bon mot ne pouvoit éclore que sous le nom de Bruscambille ou de Tabarin. Ib., note, p. 68-9 (Firenze, 26 ottobre 1828).


*    Ho preso un poco di vino, quanto per dormire — ὅσον καθεύδειν, o πρὸς τὸ καθεύδειν ec. (3 novembre 1828).


*    Οἶκος - vicus.


*    De’ diascheuasti italiani e latini, vedi Perticari (Scrittori del Trecento), dove parla della pessima ortografia autografa del Petrarca, Tasso ec., e dove prova che i latini del buon secolo, copiando o citando Ennio e gli altri antichi, li riducevano in gran parte alla moderna (3 novembre 1828).


*    La Divina Commedia non è che una lunga lirica, dov’è sempre in campo il poeta e i suoi proprii affetti (Firenze, 3 novembre 1828).


*    Ὼς ἔρχομαι φράσων, ὡς ἔρχομαι λέξων, περὶ οὗ ἔρχομαι, λέξων, e simili; frasi frequentissime di Erodoto, nel semplicissimo senso del francese comme je vais dire ec. (Firenze, 8 novembre 1828, sabato). [p. 352 modifica]


*    Fratta - φράττω, καταφρακτὸς ec. (Recanati, 30 novembre 1828, domenica).


*    Non saprei come esprimere l’amore che io ho sempre portato a mio fratello Carlo, se non chiamandolo amor di sogno (30 novembre).


*    Memorie della mia vita. - Felicità da me provata nel tempo