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352 | pensieri | (4417-4418) |
* Fratta - φράττω, καταφρακτὸς ec. (Recanati, 30 novembre 1828, domenica).
* Non saprei come esprimere l’amore che io ho sempre portato a mio fratello Carlo, se non chiamandolo amor di sogno (30 novembre).
* Memorie della mia vita. - Felicità da me provata nel tempo (4418) del comporre, il miglior tempo ch’io abbia passato in mia vita, e nel quale mi contenterei di durare finch’io vivo. Passar le giornate senza accorgermene; parermi le ore cortissime, e maravigliarmi sovente io medesimo di tanta facilità di passarle. — 1 Piacere, entusiasmo ed emulazione che mi cagionavano nella mia prima gioventú i giuochi e gli spassi ch’io pigliava co’ miei fratelli, dov’entrasse uso e paragone di forze corporali. Quella specie di piccola gloria ecclissava per qualche tempo a’ miei occhi quella di cui io andava continuamente e sí cupidamente in cerca co’ miei abituali studi (30 novembre).
* All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose. Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione (30 novembre, 1a domenica dell’Avvento). Vedi p. 4502.