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[p. 470 modifica] che una credenza qualunque o ingenita o acquistata non toglie la libertà o la scelta all’uomo. Che il ragionamento necessario per iscegliere sia determinato da principii naturali ed innati o da principii acquistati colla cognizione, da principii veri, o da principii falsi ma creduti naturalmente veri; questo è indifferente alla libertà, com’é indifferente alla felicità relativa che ne dipende, il vero o il falso assoluto. E il ragionamento [p. 471 modifica]della scelta è ragionamento nello stessissimo modo, da qualunque principio parta. Sicché i bruti hanno istinto e insieme libertà piena. L’uomo dunque, che aveva libertà piena, aveva ancora ed ha tuttavia istinto. Considerate l’uomo naturale, il fanciullo ec. e vedrete quante sieno le sue azioni determinate da principii ingeniti, sieno principii di sola credenza, sieno anche di vera cognizione delle cose come sono. Per esempio, il bambino; applicategli le labbra alla mammella, ne succhia il latte senza maestro. Ma è cosa già osservata, e quanto naturale ad accadere, tanto perciò appunto difficile ad esser notata dai piú, e tuttavia degnissima d’esser sempre meglio osservata, che la forza dell’istinto, scema in proporzione che crescono le altre forze determinatrici dell’uomo, cioè la ragione e la cognizione; e cosí