Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4397

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[p. 334 modifica] i quali costumi tutti ad un tempo sopra ci sembrarono incompossibili» (p. 404-5). Finalmente «che i Pisistratidi Tiranni d’Atene eglino divisero, e disposero, o fecero dividere, e disponere i Poemi d’Omero nell’Iliade, e nell’Odissea: onde s’intenda quanto, innanzi, dovevan’essere stati una confusa congerie di cose; quando è infinita la differenza che si può osservar degli stili dell’uno, e dell’altro Poema Omerico» (p. 399) (26 settembre 1828).


*    Ecco l’Eroe (Achille), che Omero con l’aggiunto perpetuo d’irreprensibile canta a’ Greci popoli in esempio [p. 335 modifica]dell’Eroica Virtú! il qual’aggiunto, acciocché Omero faccia profitto con l’insegnar dilettando, lo che debbon far’i Poeti, non si può altrimente intendere, che per un’huomo orgoglioso, il qual’or direbbesi che non si faccia passare la mosca per innanzi alla punta del naso; e sí predica la Virtú puntigliosa; nella quale a’ tempi barbari ritornati tutta la loro Morale riponevano i Duellisti: dalla quale uscirono le leggi superbe, gli ufizj altieri, e le soddisfazioni vendicative de’ cavalieri erranti, che cantano i Romanzieri, Ib., lib.II, p. 322-3, dopo aver descritto l’eroismo dell’Achille omerico, quanto sia lontano dalle idee nostre, ed anche antiche civili, circa il carattere eroico (26 settembre 1828).


*    Alla p. 4392, margine. Dice per altro il Wolf, p. xcvii-iii. § 23. Neque enim unius Homeri, sed et Hesiodi et aliorum Carmina, omneque epicum genus, mox lyricum quoque et iambicum, complexa est ars rhapsodorum. E in nota, p. xcviii: Vide Plat. de Legg.