Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4368

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[p. 309 modifica] che bisognava perché questa potesse avere una sua lingua (5 settembre 1828).


*    Col perfezionamento della società, col progresso dell’incivilimento, le masse guadagnano, ma l’individualità [p. 310 modifica]perde: perde di forza, di valore, di perfezione, e quindi di felicità: e questo è il caso de’ moderni considerati rispetto agli antichi. Tale è il parere di tutti i veri e profondi savi moderni, anche i piú partigiani della civiltà. Or dunque il perfezionamento dell’uomo è quello de’ cappuccini, la via della penitenza (5 settembre 1828).


*    I detti, risposte ec. che Machiavelli attribuisce a Castruccio Castracani (nella Vita di questo), sono tutti o quasi tutti gli stessissimi che il Laerzio ec. riferiscono di filosofi antichi, mutati solo i nomi, i luoghi ec. Machiavelli del resto non sapeva il greco, poco o nulla il latino, ed era poco letterato. Non sarebbe maraviglia ch’egli avesse seguito una tradizione popolare, che avesse conservati que’ motti mutando i nomi, e attribuendoli al personaggio nazionale di Castruccio, noto per singolare acutezza e prontezza d’ingegno. Il popolo fiorentino racconta ancora di Dante e dello stesso Machiavello vari tratti che si leggono negli antichi greci e latini, come quello di Esopo che diede un asse a chi gli tirò una sassata ec., il qual tratto (con modificazioni accidentali e non di sostanza) si racconta dal volgo in Firenze di Machiavelli (tengo queste cose da Forti e da Capei). Cosí non solo le nazioni, ma le città, tirano alla storia ed a’ personaggi proprii e in somma alle cose ed alle persone a se piú cognite, i fatti delle storie altrui, noti al volgo per antiche tradizioni orali. A Napoli resta ancora in proverbio la sapienza e dottrina di Abelardo: