Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4180
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* Del digamma eolico vedi Casaubon. Animadv. in Athenae., libro II, cap. 16.
* Picus-picchio, da un piculus, e non dal picchiare come dice la Crusca e stimasi comunemente. Vedi i francesi, spagnuoli ec.
* Tre stati della gioventú: 1o, speranza, forse il piú affannoso di tutti; 2o, disperazione furibonda e renitente; 3o, disperazione rassegnata (Bologna, 3 giugno 1826).
* Che guadagno fa l’uomo perfezionandosi? Incorrere ogni giorno in nuovi patimenti (i bisogni non sono per lo piú altro che patimenti) che prima non aveva, e poi trovarvi il rimedio, il quale senza il perfezionamento dell’uomo non saria stato necessario né utile, perché quei patimenti non avrebbero avuto luogo. Proccurarsi nuovi piaceri, forse piú vivi che i naturali, non però altrettanto 1o, comuni, 2o, durevoli, 3o, facili ad acquistarsi, anzi i piú, difficilissimi, perché, se non altro, esigono una studiatissima educazione, e una lunga formazione dell’animo, e per ciò stesso non possono esser comuni a tutti, anzi ristretti a certe classi solamente, ed alcuni a certi individui. Nel tempo stesso distruggere in se la facoltà di provare, almeno durevolmente, i piaceri naturali. Lo stato naturale dell’uomo ha veramente dei piaceri, facili, comuni a tutti, durevoli, che non sono men veri perciò che noi non li possiamo piú sentire, e però non concepiamo come sieno piaceri. Il solo stato di quiete e d’inazione sí frequente e lungo nel selvaggio (insopportabile al civile) è certamente un piacere, non vivo, ma atto e sufficiente a riempiere una grande e forse massima parte della vita del selvaggio. Vedesi ciò anche negli altri animali. Vedesi (tra i domestici, e piú a portata della nostra osservazione) nei cani, che se non sono turbati o forzati a muoversi, passano volentierissimo