<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/417&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712192637</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/417&oldid=-20130712192637
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 417 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 456modifica] mediante il cristianesimo resta spiegata colla creazione. 2°, Col cristianesimo resta spiegato perché l’uomo sia cosí facile a perdere il suo stato primitivo e non si trovi, si può dir, popolo né individuo che perfettamente conservi questo stato, ch’io predico pel solo perfetto, felice, destinatogli e proprio suo: laddove tutti gli altri viventi appresso a poco (escluse alcune cause accidentali e provenienti per lo piú dall’uomo) conservano il loro primo stato, sebbene si potrebbero forse addurre parecchi esempi di nazioni che conservano quasi interamente lo stato naturale e ne sono felici e contente: né hanno se non quanta società conviene ai loro [p. 457modifica]bisogni, come ne hanno gli animali; peraltro con quel di piú che conviene alla nostra specie, a causa dell’organizzazione, specialmente riguardo agli organi della favella. Anche gli animali hanno piú o meno società, proporzionatamente alla natura rispettiva e le scimie piú degli altri, perché piú si accostano alla nostra organizzazione. Questo fenomeno si può naturalmente spiegare colla diversità dell’organizzazione, la quale in noi è tale che ci dà somma facilità di sperimentare e quindi conoscere e quindi alterare il nostro primo stato: giacché l’esperienza è la sola madre della cognizione