Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4067
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che adoperavano ad imitarla, colla eleganza, dignità e nobiltà e col dir separato dall’usuale, perciò appunto che la familiarità in genere non era e non è piú usuale, e l’uso della medesima è proprio degli antichi. Il terzo modo, che sarebbe quello di usar l’antico e il moderno e tutte le risorse della lingua, in vista e con intenzione di fare uno stile e una maniera né familiare né antica, ma elegante in generale, nobile, maestosa, distinta affatto dal dir comune, e proprio di una lingua che è già atta allo stile perfetto, quale è appunto quello di Cicerone nella prosa e di Virgilio nella poesia (stile usato quando la lingua latina era appunto in quelle circostanze e quello stato di capacità in cui è ora la lingua nostra): questo terzo modo non è stato non che usato, ma concepito né inteso da quasi niuno, comeché egli è forse il solo conveniente, il solo perfetto, e convenevole a una lingua e letteratura già perfetta (8 aprile 1824).
* Bien o mal mirado per que bien o mal mira. Anche noi diciamo in simil senso riguardato, mal riguardato, poco riguardato ec., e cosí pur gli spagnuoli altri tali participii in simil senso, notati altrove. Cosí i latini circumspectus in senso attivo o neutro da circumspicio, e cautus da caveo attivo ec. (9 aprile 1824).
* Εὐθὺς ἐν ἀρχῇ. Luciano, Opera, 1687, t. I, p. 515 (9 aprile, venerdí di Passione, festa di Maria SS. Addolorata, 1824).
* Alla p. 4053. Vedi però i dizionari spagnuolo buoni, alla voce dueña che mi pare in un luogo del Don Quijote significhi donna, e il glossario latino in domina o domna, e il Forcellini e l’antico francese, se hanno nulla in proposito. Del resto, non solo etimologicamente, ma anche presentemente donna significa pur signora in italiano, e donno, signore, padrone (10 aprile 1824, sabato di Passione).