Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3997

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[p. 368 modifica] notare in proposito de’ diminutivi positivati, che anche il contrario de’ diminutivi, cioè gli accrescitivi, si positivano sovente nell’uso latino, italiano, spagnuolo, francese, greco ec. Cosí anche i dispregiativi e altri tali generi e modificazioni di nomi, verbi ec., peggiorativi ec. ec. (22 decembre 1823).


*    Al detto altrove intorno all’uso dell’avverbio spagnuolo luego aggiungi un esempio d’Ippocrate nel principio del libello de flatibus. Αὐτίκα γὰρ λιμὸς νοῦσος ἐοτίν verbigrazia1 la fame si è un’infermità. Scioccamente la versione emendata dal Mercuriale: Quare statim ubi fames molestat, morbus fit. E piú scioccamente quanto quel quare non può ragionevolmente aver relazione a niuna delle cose precedenti (22 decembre 1823).


*    Diminutivi greci positivati. Χρυσίον, ἀργύριον, che alle volte hanno un senso piú circoscritto e particolare ec. che i positivi, alle volte lo stesso. Vedi Scapula (22 dicembre 1823).


*    Alla p. 3992, margine. Questo medesimo vale per gli altri poeti di quelli o de’ piú antichi o piú moderni tempi, i piú de’ quali scrivevano o sempre o spessissimo per mercede e commissione. Non si può dunque troppo ragionevolmente argomentare dello stato della lingua e letteratura greca di que’ tempi in ordine [p. 369 modifica]ai dialetti, dal dialetto che tali poeti, massime lirici, epigrammatici, elegiaci o trenici, seguono in tali composizioni; ma bensí da quelle che si veggono essere state fatte per iscelta e genio ec. dell’autore. Tali sembrano esser quelle di Simonide i cui frammenti sono affatto o quasi affatto (quanto può il linguaggio greco poetico stringersi a un dialetto ec. ec.) ionici. E per contrario quelli che son dorici spettano evidentemente all’altro genere sopraddetto ec. (23 decembre 1823).

Note

  1. In simil senso di verbigrazia ec., o analogo a questo, mi par che si usi eziandio lo spagnuolo luego.