Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3962
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né tanti, come prima, di lunga testa, per lo disuso della legge.
Or vedi la parte I della Cronica del Peru di Pietro de Cieça (della quale opera vedi la p. 3795-6), capitulo XXVI, cart. 66, p. 2-67, p. 1 e capitulo L, cart. 136, p. 2 ed altrove, circa la stessa costumanza di figurar le teste de’ bambini a lor modo, propria di molte popolazioni selvagge dell’America meridionale. Or che relazione ebbero mai questi coi Macrocefali? E questo costume è forse cosa che la natura l’insegna, e in cui gli uomini facilmente, benché per solo caso, debbano concorrere? Si applichi questa osservazione a quelle sopra l’unicità dell’origine del genere umano;1 l’antica e ignota divisione di popoli già ὁμόφυλοι, poi, fino da quando comincia la memoria delle storie, lontanissimi e separatissimi e diversissimi; l’unicità delle invenzioni e scoperte dell’origine di moltissimi usi o abusi ec. ec., molti de’ quali si danno oggi per naturali solo per esser comuni, e son comuni solo per esser nati prima della divisione del genere umano, o dello allontanamento delle sue parti e sua dilatazione ec. E a questo medesimo proposito si applichi il luogo greco da me citato a p. 2799, dove si narra un costume simile o conforme a quello di tanti e tanti altri selvaggi antichi, moderni, presenti, che nulla hanno avuto a far mai (in tempi che si sappiano) né cogli sciti di cui quivi si parla, né tra loro. Vedi p. 3967. E quanti altri sono i costumi, credenze ec. affatto conformi tra selvaggi, i quali non si può vedere come abbiano mai potuto aver, non ch’altro, notizia gli uni degli altri, isolani, remotissimi. Eppur le dette conformità sono sovente tali e tante, ed anche cosí diffuse, e per altra parte cosí lontane, contrarie ec. alla natura, che