<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3958&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20190301130525</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3958&oldid=-20190301130525
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3958 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 329modifica] dell’ultima e piú nota civiltà, poiché s’hanno molti indizi, e di tradizioni patrie, e d’avanzi d’edifizi e monumenti di gusto e maniera diversa da quelli dell’ultima epoca di civiltà, e d’altre cose, che dimostrano esservi state altre epoche in cui questa o quella parte dell’America (in particolare il Perú) fu, non si sa fino a qual segno, civile o dirozzata. Massime che l’America fu soggetta a rivoluzioni frequentissime e totali ne’ paesi ov’elle accadevano, trasmigrazioni e totali estinzioni d’interi popoli e città, e devastazioni e assolamenti d’intere provincie, per la ferocia e frequenza e quasi continuità delle guerre, come ho detto altrove in piú luoghi (vedi la p. , fra l’altre, con quelle ivi citate, e il pensiero a cui quest’ultime appartengono). [p. 330modifica]La scrittura del regno degl’Incas si faceva con certi nodi (AlgarottiSaggio sull’Incas.Opere, Cremona, t. IV, p. 170-1); quella del Messico consisteva in pitture. Queste osservazioni si applichino al detto altrove 1o, sopra l’unicità dell’invenzione dell’alfabeto; 2o, sopra la difficoltà di questa invenzione tanto necessaria alla civiltà, e quindi tanto principal cagione dello snaturamento dell’uomo ec.; 3o, sopra le differenze essenziali tra lo stato de’ popoli anche civili, che non abbiano avuto relazioni tra loro; 4o, sopra l’unicità di tutte o quasi tutte le invenzioni piú difficili, e piú contribuenti alla civiltà, dimostrata dall’esser esse, benché necessarissime, state sempre ignote ai popoli, anche fino a un certo segno civili, che non hanno avuto che fare cogli europei ec. dopo esse invenzioni, o viceversa agli europei ec., benché civilissimi, quelle degli altri popoli, ancorché molto addietro in coltura, e ciò per lunghissimi secoli, fino al cominciamento delle relazioni scambievoli degli europei ec. e di tali popoli (8 decembre, festa della Concezione, 1823).