Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3906

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[p. 282 modifica] le funzioni, l’attualità dell’amor proprio, e quindi il desiderio vano della felicità ec., secondo il detto nella mia teoria del piacere sopra l’essenziale piacevolezza di qualunque assopimento, in quanto sospensivo del sentimento della vita, e quindi del sentimento, anzi dell’attuale esistenza dell’amor proprio e del desiderio della felicità. L’ubbriachezza e tutto ciò che le si assomiglia o le appartiene ec. è piacevole per sua natura, principalmente in quanto ell’é (per sua natura) assopimento.1 Massime che questo nasce allora dall’eccesso medesimo della vita e del sentimento di lei, il qual eccesso è nella ubbriachezza quello che scema e mortifica piú o meno esso sentimento (secondo che il troppo è padre del nulla, come altrove) e quasi estingue l’animo [p. 283 modifica]animo(vedi Victor., Commentar. in Aristot. Polit., Flor., 1576, pag. ultima, linee 5,6). Ond’é sommamente piacevole per se stesso, astraendo dalle circostanze che possono produrre in qualche parte il contrario, e dall’altre qualità ed effetti, anche essenziali, dell’ubbriachezza ec. ec., fra tutti gli assopimenti quello prodotto dall’ubbriachezza e simili cause, perch’esso solo include, suppone e porta seco ed ha per madre l’abbondanza relativa della vita e del sentimento di lei, la qual vita e sentimento è per natura e necessità supremamente piacevole al vivente, come altrove in piú luoghi, se non che negli altri casi la maggior vita e il maggior sentimento di essa è proporzionatamente maggiore amor proprio e quindi desiderio di felicità, e questo vano, e quindi maggiore infelicità ec. (24 novembre, Festa di S. Flaviano, 1823).


*    Alla lista de’ verbi frequentativo-diminutivi disprezzativi, vezzeggiativi ec., frequentativi o diminutivi semplicemente ec. italiani, data da me altrove, aggiungi in ettare, come da balbo, balbettare (25 novembre 1823).

Note

  1. L’ubbriachezza accrescendo la vita e il sentimento di essa, fa nel medesimo tempo che l’individuo non rifletta (naturalmente), non consideri questa vita e questo sentimento, che il suo spirito consideri e s’interessi a questo sentimento accresciuto assai meno ancora ch’ei non suole al sentimento ordinario e minore, e tanto meno quanto egli è piú cresciuto. Vedi p. 3931.