Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3832
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altrove. Il composto di pasco, compesco, s’egli però è veramente composto di pasco, come crede il Forcellini (vedilo in pasco, fine e in compesco), non fa compavi, ma compescui, anomalo anch’esso, 1 ma, benché anomalo, proprio di compesco e di un verbo in sco, non di compao né di pao e che pur serve a mostrare che pavi non è proprio di pasco. Per supino Prisciano gli dà compescitum, e a dispesco, dispescitus; nuova prova e di pascitum e della qualità de’ proprii supini de’ verbi in sco ec. Prisciano riconosce anche dispescui. Se dispesco sia composto di pasco, ne dico quello stesso che di compesco.
Del resto, ne’ verbi in sco fatti da quelli della terza non è essenziale la desinenza in isco. Da noo is si fa nosco: posco ec. ec. O che queste desinenze sieno primitive, ovvero, che m’è piú probabile, l’i, che dovrebb’esservi, vi è mangiato, e ciò per evitare il concorso delle vocali, giacché tali desinenze han luogo quando la desinenza in isco sarebbe stata preceduta da una vocale. Per esempio; da noo is, regolarmente sarebbe stato noisco (intieramente conforme al greco νοΐσκω, e ciò per puro accidente, come a p. 3688). Ma siccome noo e simili andarono in disuso per la spiacevolezza del suono, cagionata dal concorso delle vocali, siccome altrove ho detto, cosí ne’ lor derivati, che restarono in loro luogo, per evitar lo stesso concorso, fu soppresso l’i, ch’era la vocale piú esile. Del resto, nosco è per noisco, come notum per noĭtum, nobilis per noibilis, potum per poitum, sutum per suitum ec. ec. come altrove in piú luoghi. E questi sono cosí ridotti per la detta ragione (4 novembre 1823).