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216 | pensieri | (3831-3832) |
Ecco come le nostre osservazioni scuoprono e illustrano le antichissime voci e radici della lingua latina, e la sua analogia, e le sue antichissime conformità colla greca e la medesimezza di voci greche e latine che non paiono piú aver nulla che fare (e ciò non per stiracchiate etimologie, come tanti altri han fatto, ma per accurato ed evidente ragionamento, e per mille confronti ec., e per regole grammaticali ec. trovate o illustrate nuovamente e nuovamente applicate, ampliate, meglio stabilite, spiegate ec.), e le origini della lingua latina, e la proprietà vera e primitiva sua e delle sue voci, e le sue vere norme e regole, forme ec.; e le ragioni ed origini delle anomalie sue e delle sue voci ec. Pastum è contrazione di pascitum dimostrato da pascito. L’uno e l’altro è supino (e participio) proprio di pasco, non di pao. Nuova prova che il vero e proprio supino di tutti i verbi in sco è in scĭtum, benché per lo piú perduto, e sostituitigli degli altri ec.; e quindi ancora che il lor proprio perfetto sarebbe in sci, giacché il supino si fa dal perfetto, come (3832) altrove. Il composto di pasco, compesco, s’egli però è veramente composto di pasco, come crede il Forcellini (vedilo in pasco, fine e in compesco), non fa compavi, ma compescui, anomalo anch’esso, 1 ma, benché anomalo, proprio di compesco e di un verbo in sco, non di compao né di pao e che pur serve a mostrare che pavi non è proprio di pasco. Per supino Prisciano gli dà compescitum, e a dispesco, dispescitus; nuova prova e di pascitum e della qualità de’ proprii supini de’ verbi in sco ec. Prisciano riconosce anche dispescui. Se dispesco sia composto di pasco, ne dico quello stesso che di compesco.
Del resto, ne’ verbi in sco fatti da quelli della terza non è essenziale la desinenza in isco. Da noo is si fa nosco: posco ec. ec. O che queste desinenze sieno