<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3809&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150925113409</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3809&oldid=-20150925113409
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3809 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 194modifica][p. 195modifica]se stessa, perché ha avuto ed ha necessariamente infinite forme, e queste sempre variabili e variate; non è una in nessuna delle sue forme, perché in ciascuna di queste v’ha mille varietà che diversificano l’una dall’altra necessariamente le parti che la compongono, chi comanda da chi ubbidisce, chi consiglia da chi è consigliato ec. ec. Nella società l’uomo perde quanto è possibile l’impronta della natura. Perduta questa, ch’è la sola cosa stabile nel mondo, la sola universale o comune al genere o specie, non v’ha altra regola, filo, canone, tipo, forma, che possa essere stabile e comune, alla quale tutti gl’individui agguagliandosi, sieno conformi tra loro ec. ec. La società rende gli uomini, non pur diversi e disuguali tra loro, quali essi sono in natura, ma dissimili. Onde anche per questo argomento si conchiude che l’essenza e natura della società, massime umana, contiene contraddizione in se stessa; perocché la società umana naturalmente distrugge il piú necessario elemento,