Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3788
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Dalle quali cose tutte, parlando in somma, si raccoglie che il dir società stretta, massime umana, è contraddizione, non solo rispetto alla natura ec., ma assolutamente, rispetto a se stessa, ne’ termini, e rispetto alla nozione di queste parole. Perocché società importa quello che disopra (p. 3777) si è definito; e società stretta importa comunione d’individui sommamente nocentisi scambievolmente, e odiantisi in atto gli uni gli altri sopra ogni altra cosa, giacché, stante la natura de’ viventi, non vi può essere società stretta i cui individui non sieno tali, come si è dimostrato.
Quindi non è maraviglia se mai non si è trovata né mai si troverà, fra le infinite eseguite, immaginate, eseguibili e immaginabili, forma alcuna di società perfetta, da quella primitiva e naturale in fuori. Perocché gli elementi di tali forme dovevano ben sempre esser discordi, poiché la idea medesima d’esse forme è contraddittoria per natura. E quella prima società non è stata mai potuta né si potrà mai rimpiazzare, perché la natura universale, né particolare e speciale, non si rimpiazza, né si rimpiazza la felicità e la perfezione destinata a qualsivoglia essere o specie dalla natura, né veruna specie e veruno esser creato è capace di piú che una sola e determinata felicità e perfezione, la quale non altrove si può trovare né può consistere, che nel suo naturale stato, né d’altronde derivare. Né volle il destino, né comporta la natura delle cose che