Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3734

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[p. 139 modifica] quello in ctum. L’uno e l’altro si troverà insieme in non pochi verbi che abbiano il perfetto in xi (negli altri nol saprei ora dire). Forse o da xi direttamente, o poscia da xum, si disse ctum per accostarsi alla desinenza regolare de’ supini che dovrebb’essere universalmente in tum. Forse xum fu corruzione di ctum, o viceversa, e xum fu il vero e primo supino de’ verbi che fecero il perfetto in xi ec. Insomma quale di questi due, xum e ctum, sia piú antico, non lo so. Forse ambo sono una cosa stessa (benché non sempre si conservino ambedue, o forse non sempre sieno stati messi in uso ambedue), diversi solo per accidente di pronunzia ec. ec. Ciò si applichi al mio discorso sopra vexus, avendosi già vectus ec.; vedi p. 3745. Iubeo ha iussi, anomalo per iubevi-iubesi: dunque il suo supino è iussum, e niun altro, benché anomalo anch’esso. Cosí infiniti: e la corrispondenza fra il perfetto e il supino e la formazione e dipendenza di questo da quello, almeno il piú delle volte, ancorché quello sia anomalo, ancorché moltiplice, ancorché forse talvolta perduto affatto, restando il supino, o perduto quel tal perfetto restandone un altro o piú d’uno, non corrispondente [p. 140 modifica]al supino o ai supini ec. ec.,1) tal corrispondenza, dico, è evidente e fuor di controversia (19 ottobre 1823).

Note

  1. Vedi p. 3736.
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