<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3655&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205205604</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3655&oldid=-20151205205604
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3655 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 89modifica] non doveva propagarsi piú che tanto, e non era destinata se non a certi paesi e certe qualità di paesi, de’ limiti de’ quali non doveva naturalmente uscire, e non uscí che contro natura. Ma come contro natura ella giunse a un grado di società fra se stessa, ch’è fuor d’ogni proporzione con quella che hanno l’altre specie, e che in mille luoghi s’è dimostrato esser causa del suo mal essere e corruzione ec., cosí contro natura si moltiplicò e propagò strabocchevolmente; perocché questa moltiplicazione, come poi contribuí sommamente ad accelerare, cagionare, accrescere i progressi della società, cioè della corruzione umana, cosí da principio non ebbe origine se non dal soverchio e innaturale progresso d’essa società. Quanto le specie sono meno socievoli o hanno minor società, tanto meno si moltiplicano; e viceversa. Vedesi ciò facilmente nelle varie specie d’animali, e anche di piante ec. Vedesi ancora ne’ selvaggi e ne’ popoli piú naturali, il numero della cui popolazione è per lo piú stazionario come il loro stato sociale, il loro carattere, costume ec. (e tale doveva [p. 90modifica]egli essere, secondo