<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/365&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712192426</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/365&oldid=-20130712192426
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 365 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 420modifica] segue che al primo nell’ordine degli enti è meglio il non essere che l’essere, ne segue che l’uomo non solo non deve amare né conservare la sua esistenza, ma distruggerla; in maniera che la sua stessa esistenza rinchiuda, non dirò un germe né un principio di distruzione, ma quasi una distruzione formale e completa; ne segue che la vita ripugna alla vita, l’esistenza all’esistenza, giacché l’uomo non verrebbe ad esistere se non per cercare di non esistere, quando conoscesse il suo vero destino. La qual cosa è un’assurdità e una contraddizione sostanziale e capitale nel sistema della natura. Per lo contrario, se l’uomo non doveva essere quale ora è, se la natura l’aveva fatto diversamente, se gli aveva opposto ogni possibile ostacolo al conoscere quello che ha conosciuto e al divenire quello ch’è divenuto, allora dallo stato presente dell’uomo e dalle assurdità che ne risultano, non si può dedur nulla intorno al vero, naturale, primitivo ed immutabile ordine delle cose; come se un animale si rompe una gamba, non [p. 421modifica]se ne può dedur nulla intorno all’ordine generale, perché questo è un inconveniente particolare. Cosí lo stato presente dell’uomo, e le assurdità sue dovranno esser considerate come una particolarità indipendente dall’ordine e dal sistema generale e