Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3626

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[p. 71 modifica] par che derivi confuto da futum, nome (dunque da questo anche futo?), per la solita ignoranza in materia de’ continuativi. E se tal derivazione egli dà (come è anche piú naturale ch’ei faccia) anche al confuto di Titinnio, e lo spiega pure per compesco, s’inganna assai. Significazioni analoghe a quella nostra metaforica di confondere gli avversari ec., vedile nel Forcellini in confundo, confusio, confusus ec.1) e nel glossario in Confundere, avvertendo che la lingua latina antichissima aveva delle metafore e degli usi di parole molto piú simili ai moderni che non ebbe poi l’aurea latinità o piuttosto il latino piú illustre scritto; e n’ebbe in grandissima copia; e che queste parole e questi usi, e generalmente le proprietà del volgare o familiar latino, piú si veggono negli scrittori de’ bassi tempi (or vedi gli esempi di Sulpicio Severo nel Forcellini in confundo e confusus), e ne’ volgari moderni che negli aurei scrittori, perché questi seguivano piú l’illustre, e quelli il familiare, questi fuggivano il volgo, e quelli o per ignoranza o

Note

  1. Vedi p. 3635.