Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3619
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Sciscitor o sciscito dimostra il participio sciscitus regolare e perfetto. Giacché ben s’inganna il Forcellini che deriva sciscitor da scio, da cui esso viene solo in quanto scisco è da scio, come vivisco da vivo ec. ec. (7 ottobre 1823). Che sciscito sia fatto per anadiplosi di scitus (sia di scitus di scio o di quel di scisco, che, secondo me, non è che un medesimo participio) o di scitor, oltre l’altre improbabilità e il suo evidente venir da scisco (il quale non è fatto per anadiplosi) e il non avervi, ch’io sappia, altro cotal esempio ec.; lo dimostra per falso la brevità del secondo i, laddove l’i di scitus e di scitor ec. è lungo. Vedi il pensiero seguente (7 ottobre 1823).
* Alla p. 2865, margine. Queste osservazioni indebolirebbero o torrebbero l’argomento circa il continuativo di cio e di cieo da me recato a p. 2820. Nondimeno io trovo che da scītus di scio, lungo, si fa scītor (o scīto), altresí lungo. E quanto ai verbi in ito fatto da’ participi in itus della quarta coniugazione, io credo che in tutti l’i sia lungo come in essi participii (7 ottobre 1823). Equito è da eques equitis. Bisognerà dire che suppedito sia similmente da pedes peditis, onde gli sia venuta la desinenza in ito. Pur non trovo in ciò gran ragionevolezza, e non rinunzio affatto all’altra mia opinione (7 ottobre 1823).
* Sancitus, vero participio di sancio per sanctus che n’è contrazione, ancor si trova. Ovvero sancitum ec. Vedi Forcellini (7 ottobre 1823).