Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3525
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | 3524 | 3526 | ► |
reale de’ rispettivi individui, anzi sia loro ben diversa o contraria ec. (25 settembre 1823).
* L’uomo tanto può fare e patire quanto egli è assuefatto di fare e di patire (o che l’assuefazione continui o che, quantunque passata, ne restino gli effetti totalmente o in parte), niente piú niente meno (26 settembre 1823).
* Tutti hanno provato il piacere o lo proveranno, ma niuno lo prova. Tutti hanno goduto o godranno, ma niuno gode. Questo pensiero spetta a quelli sopra il non darsi piacere se non futuro o passato (26 settembre 1823).
* Alla p. 3141, margine. Ho detto che Argante, Solimano e Clorinda sono i soli eroi degl’infedeli. Perocché d’Altamoro e degli altri dell’esercito egizio, che non vengono, si può dire, in iscena, prima dell’ultimo canto (si nominano nel XVII e nel XIX, ma nulla operano) non pare che sia da tener conto, e l’interesse per loro non ha tempo di nascere, perché troppo poco conversano coi lettori, oltre che il Tasso li fa molto piú barbari ancora e salvatichi, disumani ed odiosi di Argante e di Solimano, e piú empi, dispregiatori degli uomini e degli Dei e d’ogni religione ec. Eroi cristiani che soprassalgono non v’ha nella Gerusalemme, oltre Goffredo, che Raimondo, Tancredi e Rinaldo. Ma questi sono ottimamente variati tra loro, e gli ultimi due squisitamente nuancés a rispetto l’uno dell’altro. E la superiorità di Goffredo e di Rinaldo è ben decisa e tale che i lettori non possono né dubitarne ciascuno fra se, né contrastarne fra loro, né ricusare al poeta di confessarla, e con tutto questo ella non si nuoce scambievolmente, né fa torto neppure a Tancredi o a Raimondo ec. In tutta questa parte l’equilibrio, l’armonia, la