Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3524

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[p. 4 modifica] de’ piaceri e de’ vantaggi di questa vita, e fatti meno avidi, e di desiderii men vivi; essendo la freddezza e l’esperienza che un dí furon cagione d’ogni male e malvagità, divenute oggi cagione, non già di bene né di bontà, ma di minor male e cattiveria, che non il calor naturale e l’inesperienza che già furon cagioni principali di bontà, ed or sono cagioni di maggiore ribalderia. Da principio dunque fu la vecchiezza rispetto alla gioventú (e proporzionatamente all’altre età), come il meglio al bene; poscia come il cattivo al buono: in ultimo è (e probabilmente sarà sempre) come il manco male al male, o come il cattivo al pessimo.

Quel che s’é detto della vecchiezza e della gioventú ec. dicasi ancora di quei caratteri e disposizioni degl’individui, o naturali e primitive, o acquistate e avventizie, le quali hanno faccia e sembianza di vecchiezza, di gioventú ec. e rispondono all’indole e qualità proprie di queste età, benché ad esse disposizioni ec. [p. 5 modifica]non corrisponda in fatto l’età