<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3483&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20171202095110</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3483&oldid=-20171202095110
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3483 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 414modifica] ravvisino e contemplino se stessi, il proprio cuore, i proprii affetti, i proprii pensieri, le proprie sventure, i proprii casi, le proprie circostanze, i proprii sentimenti, ne’ personaggi del dramma e nel loro cuore, affetti, casi ec., quasi in un fedelissimo specchio. Si può esser certi che l’intenzione de’ greci tragici, massime de’ piú antichi, fu tutt’altra, e in certo senso contraria. Questo effetto era troppo debole, molle, intimo, recondito, sottile, perché o i poeti antichissimi fossero capaci di proporselo, o i loro uditori di provarlo, o provato, di compiacersene. Secondo la natura de’ popoli e de’ tempi meno civili, gli spettatori cercavano e i poeti si proponevano nel dramma un effetto molto piú forte e gagliardo ed éclatant, delle sensazioni molto piú fiere, piú energiche, piú prononcées; delle impressioni molto piú grandi; ed al tempo stesso meno interiori e spirituali, piú materiali ed estrinseche. I tragici greci cercarono lo straordinario e il [p. 415modifica]maraviglioso delle sventure e delle passioni, appresso a poco come fa oggi Lord Byron (con molta maggior cognizione però dell’une