<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3468&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20171202094556</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3468&oldid=-20171202094556
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3468 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 404modifica] La maggior cognizione adunque che si possa avere dell’uomo è quella di sapere perfettamente e ragionatamente che gli uomini non si possono mai ben conoscere, perché l’uomo è indefinitamente variabile negl’individui, e l’individuo stesso per se. E il piú certo segno di tal cognizione si è quello di non maravigliarsi mai un punto, e di esser bene e ragionatamente e veramente disposto a non maravigliarsi di [p. 405modifica]qualunque strana e inaudita e nuova indole, carattere, qualità, facoltà, azione di qualunque individuo umano noto o ignoto ci possa venire agli orecchi o agli occhi, ci accada o possa accader d’intendere o di vedere, in bene o in male. Chi è veramente giunto a questa disposizione, e l’ha in se ben perfetta, radicata e costante, ed efficace, può dire di conoscer l’uomo il piú ch’è possibile all’uomo. E piú infatti non può se non Dio, come ben dice la Staël, perché Dio solo può conoscere e conosce tutti i possibili. Or gli uomini non si possono perfettamente conoscere chi non conosca poco men che tutti i possibili, dico, i possibili di questa natura e di questa terra (19 settembre 1823).