Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3435

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[p. 385 modifica] o che paresse cosí per errore di chi inspiciebat le viscere ec. Tutti segni che l’uomo è piú facile e proclive a temere che a sperare; e che questo è di rado cosí irragionevole e precipitoso come quello; o certo ben piú di rado ec. Massimamente in natura, ne’ fanciulli, negl’ignoranti e negli uomini naturali (15 settembre 1823).


*    L’immaginazione e le grandi illusioni onde gli antichi erano governati, e l’amor della gloria che in [p. 386 modifica]loro bolliva, li facea sempre mirare alla posterità ed all’eternità, e cercare in ogni loro opera la perpetuità, e procurar sempre l’immortalità loro e delle opere loro. Volendo onorare un defunto innalzavano un monumento che contrastasse coi secoli, e che ancor dura forse, dopo migliaia d’anni. Noi spendiamo sovente nelle stesse occasioni quasi altrettanto in un apparato funebre, che dopo il dí dell’esequie si disfa, e non ne resta vestigio. La portentosa solidità delle antiche fabbriche d’ogni genere, fabbriche che ancor vivono, mentre le nostre, anche pubbliche, non saranno certo vedute da posteri molto lontani; le piramidi, gli obelischi, gli archi di trionfo,