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[p. 402 modifica] ed esteso quanto doveva, o è stato torto in senso contrario al giusto e dedottene conseguenze della stessa specie ec. ec. ec. (20 novembre 1820).


*   Il lavoro della terra era la principal fatica e occupazione destinata all’uomo. Ora è curioso l’osservare [p. 403 modifica]che la parte piú oziosa della società è appunto quella la cui sostanza consiste in terre.


*   Quanto sia vero che i doveri e la morale determinata non provengano da legge naturale né sieno fondate sopra idee innate e comuni a tutti gli uomini, si può anche vedere per questo esempio. Il rispetto e l’immunità degli araldi, considerati antichissimamente come persone sacre e inviolabili e da Omero chiamati cari a Giove, entra nel diritto cosí detto universale delle genti e l’abitudine ce la fa riguardare come un dover naturale. Ora mettiamoci coll’immaginazione nello stato di natura, e vedremo che l’uomo non ha nessuna ripugnanza di far male al suo nemico sotto qualunque aspetto se gli presenti, come non l’hanno gli altri animali, perché il nemico è sempre nemico e l’uomo inclina a nuocergli quanto e come e quando e dove mai possa. Cosí che l’inviolabilità degli araldi non è fondata sull’istinto, non è insegnata dalla natura, ma è legge