Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3382

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[p. 353 modifica] chiamare semplicemente e puramente esistente ec. ec. ec. (8 settembre, Natività di Maria Santissima, 1823). [p. 354 modifica]


*    Alla p. 3343, margine. È da notare che tutti questi nomi per etimologia non significano propriamente altro che misero, afflitto ec. o povero ec. o fatichevole ec., ovvero miseria, calamità, povertà, laboriosità ec. E che in processo di tempo, molti di essi, e forse i piú, perduta o fatta men comune e antiquata o poetica ec. questa significazione, non ritennero nell’uso ordinario che quella di ribaldo, cattivo, scellerato, malvagità, nequizia ec., quasi fosse impossibile che il misero non fosse malvagio. Probabilmente la distinzione tra πόνηρος miser e πονηρὸς improbus, e la diversa accentazione non vien che da’ grammatici greci, i quali non considerarono i tanti altri esempi di voci sí greche, sí forestiere che riuniscono l’una e l’altra significazione, e non avvertirono che la seconda è un vero e mero traslato della prima (8 settembre, Natività di Maria Vergine Santissima, 1823).


*    È tanto mirabile quanto vero, che la poesia la quale cerca per sua natura e proprietà il bello, e la filosofia ch’essenzialmente ricerca il vero, cioè la cosa piú contraria al bello; sieno le facoltà le