<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3380&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170928135845</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3380&oldid=-20170928135845
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3380 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 352modifica] la natura non ha posto di sua mano quasi veruna qualità determinata, se non pochissime, e queste semplicissime: tutto il resto disposizioni, non solo ad essere, ma a poter essere tante cose, ed acquistare tanto varie qualità, quanto niun altro genere di enti a noi noti. E per questa scala ascendendo, troveremo colla medesima gradazione, che quanto minore in ciascun genere o specie è il numero e il valore delle qualità ingenite e naturali, quanto maggiore quello delle disposizioni altresí naturali, e quanto maggiormente queste disposizioni sono a poter essere (ossia divenire), tanto maggiore esattamente in ciascuno [p. 353modifica]d’essi generi o specie, e nell’esistenza loro, e negli effetti loro sopra se stessi e fuor di se stessi è il numero e la grandezza de’ disordini, delle irregolarità de’ morbi, de’ casi, degli accidenti, de’ successi non naturali, non voluti o espressamente disvoluti dalla natura, contrarii alle intenzioni e destinazioni fatte dalla natura nel formare quei tali generi o specie, e nel cosí disporli com’essa li dispose, sí rispetto a se stessi, sí riguardo agli altri generi e specie a cui essi hanno relazione, ed all’intera