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[p. 400 modifica] differenza dei dogmi; 3°, all’aspetto lugubre che presero tanto i vizi quanto le virtú dopo la propagazione intera del cristianesimo, cioè dopo estinto quel primo fuoco febbrile della nuova dottrina (cosa da me osservata altrove); in maniera che si può dire che il mondo (quanto alla vita e al bello) deteriorasse infinitamente, se non a cagione del cristianesimo, almeno a cagione della tendenza che lo produsse e doveva produrlo e dopo la sua introduzione; giacché prima restavano ancora molti errori piú naturali e quindi piú vitali e nutritivi, non ostante la filosofia. (17 novembre 1820).


*   Un pensiero degno di essere sviluppato intorno alla perpetua superiorità degli antichi sopra i moderni a causa della maggior forza della natura, per anche non corrotta, o meno corrotta, sta nelle Notes historiques de l’Éloge historique de l’Abbé de Mably par l’abbé Brizard, avanti le Observations sur l’histoire de France: Kehl 1789, t. 1, p. 114, Note II (17 novembre 1820).


*   Alla p. 271, pensiero ultimo. Tale era l’idea che gli antichi si formavano della felicità ed infelicità. Cioè l’uomo privo di quei tali vantaggi della vita,