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[p. 357 modifica] in un popolo, non esistendovi moto altrui, non vi sarebbe movimento di nessuna sorta.


*   La gloria per lo piú, massimamente la letteraria, allora è dolce quando l’uomo se ne pasce nel silenzio del suo gabinetto e se ne serve di sprone a nuove imprese gloriose e di fondamento a nuove speranze; perché allora ella conserva la forza dell’illusione, sola forza ch’essa abbia. Ma goduta nel mondo e nella società, ordinariamente si trova esser cosa o nulla o piccolissima o insomma incapace di riempier l’animo e soddisfarlo. Come tutti i piaceri da lontano sono grandi e da vicino minimi, aridi, vòti e nulli. [p. 358 modifica]*   Coloro che dicono per consolare una persona priva di qualche considerabile vantaggio della vita: non ti affliggere; assicurati che sono pure illusioni: parlano scioccamente. Perché quegli potrà e dovrà rispondere: ma tutti i piaceri sono illusioni o consistono nell’illusione, e di queste illusioni si forma e si compone la nostra vita. Ora se io non posso averne, che piacere mi resta? e perché vivo? Nella stessa maniera dico io delle antiche istituzioni ec. tendenti a fomentare l’entusiasmo, le illusioni, il coraggio, l’attività, il movimento, la vita. Erano illusioni, ma toglietele,